Salute

Trentalange: con me i “matti” non vanno mai in fuorigioco

Onlus sotto la lente. Associazione Agape.

di Stefano Arduini

Onlus? Un terzino lituano o un nuovo bomber brasiliano scovato chissà dove? Nel mondo del calcio il qui pro quo sarebbe inevitabile. A meno di chiamarsi Alfredo Trentalange, fino a ieri uno dei big del fischietto, oggi membro del comitato nazionale dell?Aia e osservatore degli arbitri Uefa. Da sempre oltre che gli stadi più importanti d?Europa, l?ex giacchetta nera torinese frequenta anche i campi scivolosi dell?assistenza psichiatrica. È infatti un educatore professionale e attualmente lavora a Villa Cristina, l?ex ospedale psichiatrico della sua città. Ma non solo. Cinque anni fa ha ha data vita ad Agape, una onlus, appunto, che si occupa del tempo dei libero dei ?matti?. «All?inizio eravamo un gruppo spontaneo di volontari, ma non mi andava di continuare a ricevere donazioni a titolo personale». Nel nome della trasparenza è dunque arrivata l?idea di darsi una veste giuridica riconoscibile. «Una formula che in questi anni ha contribuito anche a rafforzare lo spirito di squadra». I numeri però sono rimasti piccoli. «Oltre ai sette fondatori, abbiamo una ventina di volontari e una cinquantina di utenti dai 18 ai 60 anni, ma non credo che le dimensioni in questo mondo siano importanti». Fondamentale è invece la prossimità. I ?ragazzi? di Agape, come li definisce lo stesso Trentalange, spesso sono ex pazienti di Villa Cristina che vengono agganciati proprio grazie al calcio. «Vuoi mettere parlare di pallone con uno che ha arbitrato Milan-Inter? Anche i più introversi trovano subito qualcosa da dire». E chissà quante volte Trentalange si sarà sentito chiedere di quel famoso rigore-fantasma, stagione 98/99, che in Bologna-Sampdoria condannò i blucerchiati alla retrocessione in B. Unico neo di una carriera di successo incominciata nel 1989 e chiusa nel 2003 per raggiunti limiti di età dopo 195 partite dirette nella massima divisione e diverse apparizioni in Champions League. Una miniera di aneddoti capace di aprire anche le bocche più blindate. Fra una chiacchiera su un rigore non dato e su un acquisto sbagliato, magari di fronte a una bella pizza («almeno una volta a settimana usciamo la sera con i ragazzi»), Trentalange trova spesso l?assist per affrontare la partita decisiva: «La solitudine e tutto ciò che è collegato alla vita quotidiana». Un vera prodezza, «perché se ti fai male a un dito sono tutti lì pronti ad aiutarti, ma se hai un problema mentale, sei subito messo fuori gioco. E invece non è poi così facile distinguere fra chi è matto e chi non lo è».Agape però non è solo un gruppo di amici. «Abbiamo anche un laboratorio informatico e aiutiamo i ragazzi a trovare borse lavoro, anche se non è una cosa facile per chi ha certi problemi». Quanto alle spese, «ci dà una mano il Comune di Collegno, ma sinceramente portare avanti una realtà come la nostra costa proprio poco». Non si lamenta, Trentalange, anche se il pulmino della squadra ormai è stato messo in panchina dalle norme anti inquinamento. Non sarà certo questo a fermarlo. Anche perché c?è da preparare il torneo dell?Uisp Matti per il calcio, la manifestazione che in occasione dell?ultima Giornata nazionale sulla disabilità è stata premiata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella delegazione dell?Uisp c?era anche Trentalange, «da infiltrato», dice lui. Come si dice: il buon arbitro è quello che non si vede.

Associazione Agape
strada Torino-Druento 14/A,
10040 Collegno – Savonera (TO)
<a href="http://www.assoagape.org" target="_blank">A.G.A.P.E.</a>


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